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Cronoprogramma per la ricostruzione dei centri storici, l'Assessore Di Stefano: "Le critiche vanno mosse nei luoghi deputati"

04/04/2013

Il consigliere comunale Angelo Mancini farebbe bene a sollevare i dubbi che ha nei luoghi deputati alla loro discussione, uno su tutti l'assise civica di cui egli é parte grazie al voto dei cittadini.
Il suo allarmato intervento a mezzo stampa sulla ricostruzione nei centri storici giunge quanto meno confuso e proprio quando, nell'anniversario che più drammaticamente tocca i cittadini aquilani, non si ha bisogno di creare altre tensioni, soprattutto se si basano sul frutto di ipotesi personali.
Il documento sui criteri operativi di azioni nella ricostruzione privata del Comune dell'Aquila che egli critica é stato necessario per quantizzare, presso il Governo, le somme necessarie anno per anno e per informare i cittadini dei centri storici sulla programmazione di quelle risorse che consentiranno il rientro nelle loro abitazioni, dunque sulla programmazione della loro stessa vita.
Che le risorse stanziate nel CIPE non siano sufficienti (come potrebbe essere diversamente?) é un fatto notorio, tanto che i miei appelli sono da sempre stati per il ripristino del plafond Cassa Depositi e Prestiti nella misura di un miliardo l'anno fino al 2018 e per un necessario anticipo sul corrente anno di 800.000.000 di euro. Questa dovrebbe essere la battaglia comune che anche il consigliere dovrebbe sposare, tanto più se é anche lui è persuaso sulla esiguità e discontinuità delle risorse attuali e tanto più se é innegabile che dal mese di ottobre 2012 L'Aquila non ha più fondi per la ricostruzione. In questa visione trovo inconcepibile l'uscita dall'aula al momento del voto su un documento che inchioda il Governo alla responsabilità verso la nostra città.
Il documento di programmazione inoltre riguarda esclusivamente la ricostruzione dei centri storici, ma Mancini vi somma i dati delle periferie e confonde i numeri dipingendo un pastrocchio.
Infine, ma non certo in termini di importanza, per quanto riguarda il problema della sicurezza degli immobili che, soprattutto nel recupero dei centri storici (dove nessuno mi auguro auspichi una selvaggia sostituzione edilizia) riveste massima importanza e catalizza, giustamente, massima attenzione, chiarisco che l'introduzione della scheda parametrica per l'analisi progettuale consente, per la prima volta, ai tecnici incaricati e dunque ai cittadini proprietari, di innalzare il livello di antisismicità dei propri immobili fino al 100% e che il Piano di Ricostruzione attribuisce maggiori risorse con le previsioni di incremento del contributo per il fattore di accelerazione sismica.


Pietro Di Stefano
Assessore alla Ricostruzione

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