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Presunti scippi ai danni dell'Aquila, il Sindaco Cialente: "La politica campanilistica è perdente, l'importante è avere all'Aquila strutture che ci rendano competitivi"

27/01/2016

Ancora una volta infuria una polemica sui furti, gli scippi, gli
sgarbi a carico ora di una città, ora di un'altra: in tutti i settori,
da quello sanitario agli uffici regionali o statali.
Il tutto scatenando livori e, di volta in volta, designando nemici o
paventando disegni, additando eventuali traditori o lacchè.
La “psicotecnica” branca della psicologia del lavoro, nata nel secondo
dopoguerra negli Stati Uniti e applicata senza "pietà" in quegli anni
in Giappone, ha ben definito ed organizzato quanto vissuto nelle
esperienze di vita di noi tutti, le stesse che spesso vediamo
applicare nei primi rapporti sociali, a scuola o nei cortili o parchi
giochi, fra i bambini: il gruppo si mantiene se c'è un nemico che
viene individuato nell'interno dello stesso, definito il capro
espiatorio, o individuato al di fuori.
Nella vecchia psicotecnica ( fortunatamente superata dalla moderna
cultura manageriale), il leader del gruppo era colui che più gridava è
più si scagliava contro il nemico esterno o lo sfortunato capro
espiatorio interno. La politica storicamente ha sempre applicato
questa teoria: proprio oggi ricordiamo ciò che fece il nazismo contro
gli Ebrei e così via nella storia. O, per non allontanarci troppo
ricordiamo Berlusconi contro i comunisti, ovvero quando il centro
sinistra riusciva ad essere unito solo contro il super presidente.
La politica che non ha argomenti, quella senza visioni, utilizza
questa via. Due sono gli attuali campioni in Italia: Grillo e Salvini.
Terreno fertile di questa politica è il campanile; sul campanile non
si scherza, colpisce le viscere di una comunità; chi lo invoca, non
può perdere!
E invece secondo me sono decenni che noi perdiamo; se provassimo a
rivedere la storia dell'Abruzzo e le sue vicende alla luce delle
politiche localistiche, capiremmo il perché delle pesantissime
difficoltà che oggi abbiamo, del perché sono 30 anni che siamo
inchiodati ad 1 milione e 300mila abitanti, del perché interi pezzi
dell' Abruzzo interno stanno morendo.
Non è da adesso che provo a fare queste riflessioni, e quando mi dice
bene, ma proprio bene, vengo preso ingenuo, altre volte per scemo.
Negli ultimi giorni vi sono state due vicende: quella della sede dell'
Arap e quella della Soprintendenza.
La riorganizzazione dell'Arap è stata voluta e votata dalla giunta di
centro destra. Adesso, i centro destra aquilano grida allo scippo.
Allora mi permisi di sollevare qualche problema in merito alla legge
ed ai suoi contenuti, non rispetto alla sede.
Ci fu un grande ed assordante silenzio!
Qualche giorno fa in una riunione con il vice presidente della regione
Lolli, assessore alle attività produttive, alla presenza di tutti i
sindacati e le organizzazioni imprenditoriali, non una voce ha difeso
il lavoro dei nuclei industriali di questi anni, anzi, tutti hanno
chiesto che in occasione di questa riorganizzazione finalmente ai
vecchi nuclei industriali si vadano a sostituire sportelli efficaci ed
efficienti per azioni di marketing territoriale e soprattutto servizi
alle imprese.
Dunque il problema non è avere la sede a Pescara, all'Aquila, a
Lanciano, a Vasto o a Chieti, dove per sede si intende il posto dove
si fanno le buste paga, il rilievo delle presenze del personale e
qualche acquisto, ma è avere, finalmente, strutture sul territorio
capaci di renderci competitivi come altri territori.
Questo è un ragionamento politico che però non si fa perché
complicato, perché bisognerebbe ammettere che alcuni non hanno
lavorato bene, che siamo insoddisfatti, che bisogna cambiare e
mettersi tutti alla prova.
Più facile anche per il centro destra, che due anni fa ha votato il
provvedimento, gridare allo scippo!
Lo stesso sta accadendo per la vicenda della Soprintendenza
archeologica che è sempre stata a Chieti. Oggi, nell'ambito della
riorganizzazione nazionale considerando che il capoluogo è sede di una
nuova e globale soprintendenza per il territorio del cratere, viene
accorpata la parte Abeap a quella di Chieti.
Ci armiamo per una guerra contro Chieti?
Io personalmente ritengo che il trasferimento del polo museale
all'Aquila, la creazione del Maxxi e l'istituzione di una
soprintendenza unica, siano una grande occasione per L'Aquila e per
l'intero Abruzzo.
È chiaro che di fronte abbiamo una sfida. Quanto sarà capace questa
città di esaltare il ruolo della soprintendenza unica, soprattutto
considerando quanto emerge in questo periodo su tutta la storia
dell'Aquila e del suo comprensorio, della scelta del comune
dell'Aquila di finanziare gli scavi di Amitenrum e del dover gestire
la ricostruzione, la manutenzione e la valorizzazione di uno dei più
grandi patrimoni architettonici italiani ed europei?
Se provassimo a pensare al futuro come ad un obiettivo di tutti gli
abruzzesi e non di un gruppetto, senza invidia e gelosie, non
potremmo ottenere molto di più?
Quello che è già previsto in altre regioni, per la nostra non sarebbe
un “dono” ma una giusta e necessaria organizzazione funzionale?
Come abruzzese, prima ancora che come sindaco, inviterei tutti ad
abbassare i toni, considerando che fra pochi mesi ci attende una sfida
decisiva: la riorganizzazione della rete ospedaliera.
Se disgraziatamente, anziché con la testa preparata e con la
lungimirante generosità di intenti, dovessimo andare ai tavoli di
confronto esibendo i muscoli o la logica dei numeri, impediremmo a
questa terra di avere un futuro.

Il Sindaco, Massimo Cialente

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