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1 agosto. Danza e letteratura con i cantieri dell'Immaginario

01/08/2016
Cantieri dell\'Immaginario 2016

I Cantieri dell'Immaginario aprono le porte da quest'anno anche alla letteratura e all'editoria per ragazzi, grazie all'Associazione Libris in fabula e alla rassegna "Immagina che qui…".
Dopo l'appuntamento del 13 luglio a palazzetto dei Nobili, che ha dato il via all'intera manifestazione, Libris in fabula ci conduce nei locali della storica Tipografia Bastida in via Verdi, dove dal 1 agosto si svolgeranno una serie di eventi.
Alle ore 17.30 è prevista l'inaugurazione di tre mostre, una sull'editoria per ragazzi, una relativa alle produzioni letterarie e illustrazioni per ragazzi di autori aquilani e una mostra sull'antica tipografia. L'inaugurazione sarà preceduta da un intervento del prof. Giuseppe Cristofaro, docente Letteratura per l’infanzia dell'Università degli Studi dell’Aquila.
Le mostre rimarranno aperte al pubblico fino al 7 agosto e saranno aperte dalle 17,30 fino alle 21,30

Se le mura potessero parlare chissà quante verità nascoste verrebbero allo scoperto e quanta storia andrebbe rivista e ripensata. Il concetto di muro è un archetipo così forte e significativo che ancor oggi dialoga con la nostra quotidianità, rappresentando quel limite, quella linea reale o immaginaria che arresta l’incedere, ma che fortifica e custodisce un popolo.
Francesca La Cava con il suo Gruppo E-Motion esplora attraverso la danza e il corpo in movimento il concetto di muro nella sua valenza metaforica e simbolica, facendone il tema centrale del suo nuovo progetto coreografico, Studio sul concetto di muro appositamente creato per I cantieri dell’Immaginario 2016 a L’Aquila, in scena il 1 agosto alle ore 21,00 presso Fontana Novantanove cannelle, cinta murarie e Munda.
Il muro, come il corpo, è materia, sostanza solida che determina e crea spazi, significati, identità e confini. Include ed esclude, apre e chiude all’esterno, protegge e difende, compatta e limita, marca il di qua dall’aldilà segnando le differenze. Un muro da innalzare per ostacolare e reprimere qualunque contatto con l’esterno e con qualsiasi forma di comunicazione, ma un muro anche da rompere per infrangere regole, trasgredire verso un possibile dialogo. Così come il corpo, nella sua parvenza robusta e massiccia, il muro presenta crepe, fessure, pori attraverso i quali penetrano gli agenti esterni modificandone verso l’interno la struttura, dilatando e tracciando nuovi contorni, limiti e confini.
Francesca La Cava con il suo Gruppo E-Motion, partendo da molte riflessioni filosofiche ed antropologiche come l’idea di muro di Gilles Deleuze, i cui buchi e fenditure, rappresentano spiragli attraverso i quali qualcosa può accadere, far originare un movimento che comporti una trasformazione, e dalla suggestiva visione di Christian Boltanski, che identifica il Novecento a muro, apparentemente ferroso e duro, ma che si apre in tanti cassetti, ognuno dei quali è un singolo individuo come isola solitaria di questo mondo consumistico e alienante, traccia i contorni di una pièce asciutta e dinamica, suggestiva ed essenziale al contempo.
La città dell’Aquila, la cui storia ricca di arte e cultura, oltre la sua tragica catastrofe, si offre calzante al tema grazie alle sue solide cinta murarie che accolgono la pièce nelle sue strutture architettoniche come pareti materne e protettive.
La regia e la coreografia di Studio sul concetto di muro trascendono quella valenza simbolica e metaforica che il tema reca per esplorare l’analogia con il corpo, il cui binomio ha segnato la storia della nostra cultura di marca occidentale. Va da sé che coreografia e danza lavorano su e con il corpo per un allestimento sobrio ed essenziale, che punta alla resa del movimento e del gesto danzato, il cui valore espressivo viene amplificato da una scena asettica. Senza orpelli, strutture sceniche, rimandi didascalici, il corpo dei danzatori è l’unico strumento che costruisce e decostruisce muri ma è anche scudo e materia muraria assumendo di volta in volta doppie valenze. Manolo Perazzi, Valeria Russo, Sara Catellani, Andrea Di Matteo e la stessa Francesca La Cava sprigionano una danza poderosa, atletica dietro una fragilità densa e leggera che svela questa idea di muro alienante ed opprimente, come la musica appositamente composta da Fabio Cifariello Ciardi. Infatti, l’accostamento del violoncello con le sonorità elettroniche ci restituiscono suoni pieni e corposi con alcuni tratti più sfilacciati che oltrepassano timbri, suoni e rumori, grazie anche alla mano decisa di Luca Franzetti al violoncello. La pièce inoltre si avvale del supporto video di Salvatore Insana e dei costumi di Chiara Defant.
Ad impreziosire il progetto è il coinvolgimento di giovani danzatori che guidati dalla coreografa sarda ma di adozione aquilana, verranno invitati a collaborare sul gesto danzante ispirato alle tradizioni locali da confluire nella pièce.
Il progetto, nella sua forma ancora in divenire, prevede un periodo di residenza allo Spazio Electa sostenuto da ACS Abruzzo Circuito Spettacolo e al prestigioso Festival Oriente/Occidente di Rovereto (TN) per debuttare nella sua forma definitiva a Bolzano.
Qui, a L’Aquila questo primo Studio sul concetto di muro sarà arricchito dalla mostra fotografica di Danilo Balducci Over the wall realizzata in collaborazione con l’Accademia di Belle Arti.
L’ingresso è gratuito
Si precisa che l’uso delle mura è concesso, per questo e per tutti gli spettacoli de I Cantieri dell’Immaginario, grazie alla collaborazione con il Segretariato Regionale per l’Abruzzo.
L’uso del Munda grazie alla collaborazione con Polo museale dell’Abruzzo.

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