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Indice di gradimento sui Sindaci pubblicato da Il Sole 24 Ore, Cialente: "Soddisfatto per il 26esimo posto, è il premio per un impegno costante di tutta l'amministrazione"

16/01/2017

Esprimo grande soddisfazione per il dato che raccolgo nella classifica
relativa al gradimento dei sindaci delle città capoluogo di provincia,
pubblicato dal quotidiano Il Sole24ore. Con un consenso del 56 per
cento mi posiziono infatti al 26esimo posto. La soddisfazione nasce
dal fatto che nel 2015 il mio gradimento era del 51 per cento e nello
scorso anno del 53,5 per cento, con il 55esimo posto nella classifica.
In questi due anni ho recuperato ben il 4,5 per cento di consenso. Un
dato ancora più significativo se si considera che sono uno dei sindaci
con la maggiore “anzianità” e che quindi ha da tempo vista archiviata
la cosiddetta fase della “luna di miele” che i cittadini condividono
con i chi li governa nei primi anni del mandato. Poiché è l’ultima
volta che compaio in questa classifica ritengo di dover fare alcune
riflessioni. La prima è che sostanzialmente la graduatoria corrisponde
al clima che si respira nelle diverse città. La mia sensazione, nel
rapporto con l’opinione pubblica, ha sempre più o meno coinciso con il
dato che emergeva e questo vale anche per altri colleghi che seguo.
Ricordo, ad esempio, il risultato relativo all’anno della traumatica
caduta della giunta Del Turco, quando noi sindaci e presidenti di
provincia di centro sinistra precipitammo in fondo alla classifica. Il
risultato, ripeto, molto lusinghiero e di cui sono molto grato ai miei
concittadini, dal momento che si avvicina quasi a quello che ottenni
nel ballottaggio del 2012 e supera quello con cui vinsi al primo turno
nel 2007 (53,2), non appartiene tuttavia solo a me. A mio avviso è
legato, dopo dieci anni, al grande lavoro compiuto, in condizioni di
difficoltà estreme, dall’intera coalizione ulivista di centro
sinistra, dagli assessori e dai consiglieri comunali che, in questi
anni, hanno governato con me la città. Nello stesso tempo è anche il
risultato del generoso lavoro portato avanti, con abnegazione e
fatica, dai 530 dipendenti comunali, seppure in numero assolutamente
inadeguato ad assicurare la normale attività di questo Comune e,
contemporaneamente, tutto ciò che vuol dire gestire la fase post
sisma. Si è molto parlato di modelli, del modello L’Aquila per la
ricostruzione o per la gestione dell’emergenza. Io credo che sarebbe
giusto parlare di un modello L’Aquila anche per come si guida una
città all’indomani di una catastrofe che non ha precedenti, se non
agli inizi del secolo scorso, con migliaia di cittadini disperati e
smarriti ma determinati a ricostruire. Un modello che ritengo sia da
riassumere nella sincerità e trasparenza nel rapporto con i cittadini,
nel lavorare ogni giorno, testimoniando un impegno in scienza e
coscienza, ma governando, dove governare vuol dire anche assumere
scelte meno popolari ma utili alla comunità e intraprese, sempre, dopo
confronti partecipativi e democratici, con la consapevolezza che la
maggioranza dei cittadini sono non soltanto onesti e consci di far
parte di una comunità, qualunque essa sia, ma, soprattutto, spesso
"più avanti" della classe politica e dirigente diffusa. Un esempio si
può ricavare proprio in un articolo sull’edizione odierna del
Sole24ore. Lo scorso anno fummo costretti ad aumentare di oltre il 20
per cento la Tari, in una situazione in cui la città soffre il
disastro economico post sisma. Scelta pesante, oggettivamente
impopolare, ma che il sindaco, assumendosene la responsabilità, ha
spiegato a ciascuna cittadina e ciascun cittadino, di tutte le età. Un
modello che forse potrebbe essere applicato anche in altri contesti
istituzionali, per evitare di perdere il contatto con i propri
elettori e dunque il consenso, base della democrazia e del vivere
quotidiano di una comunità. L’analisi di questo risultato, infine, può
forse essere utile anche ai fini del dibattito che si sta sviluppando
nel centro sinistra in vista delle elezioni amministrative, ormai
vicinissime. In molti, sia nel centro sinistra che nel Pd, sono
preoccupati di segnare il più possibile una discontinuità rispetto a
questi dieci anni di governo. Forse per avallare soluzioni inattese e
altrimenti poco giustificabili. Non credo che la maggioranza dei
cittadini non apprezzi l’alleanza ulivista di centro sinistra, né che
rigetti tutto ciò che in questi dieci anni di lavoro disumano abbiamo
realizzato o comunque messo in cantiere. Certo, ogni rinnovo di
legislatura impone un contestuale aggiornamento del programma politico
e strategico ed è in quella sede che, preservando quanto vi è stato di
positivo, si fa ammenda di eventuali errori o ritardi e si propongono
nuove istanze, programmi, sogni. Questa è la politica, quella che
abbiamo cercato di interpretare e che, dopo 10 anni, segna un
risultato anche in termini di affetto da parte dei cittadini.



Il Sindaco dell’Aquila

Massimo Cialente
 

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