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Pratiche di ricostruzione, Di Stefano: "Dopo la nostra dura presa di posizione, la struttura commissariale starebbe per ritirare i provvedimenti che hanno paralizzato gli iter"

16/11/2011

Giunge voce che, in seguito a un incontro di ieri tra la struttura del Commissario e la filiera della ricostruzione (Fintecna, Reluis e Cineas), sia stata assunta la decisione di sbloccare l’esame delle parti private degli immobili, da riparare o ricostruire in seguito al sisma di due anni fa, e l’esame delle integrazioni pervenute dopo il 31 agosto.
La nota di qualche giorno fa, a firma del Sindaco Massimo Cialente e del sottoscritto, con cui veniva denunciata la paralisi della ricostruzione a seguito di circolari interne alla struttura commissariale, potrebbe aver finalmente sortito l’effetto desiderato. Se così fosse – come tutti ci auguriamo – si deve riprendere da subito l’iter delle pratiche per il rilascio dei contributi, inopinatamente bloccato da decisioni discutibili, assunte, come detto, dalla struttura commissariale.
Tuttavia, proprio a causa di tali iniziative penalizzanti nei confronti dei cittadini, dei professionisti e delle imprese, si sono persi quattro mesi. Tutto poteva essere risolto prima, se si fosse dato retta a ciò che andiamo dicendo da tempo. Ora aspettiamo che le voci si traducano in atti concreti. Finalmente si avrebbe una vera accelerata della ricostruzione e l’amministrazione comunale dell’Aquila non sarebbe più costretta a intervenire sull’argomento. Se però fosse necessario, se non dovessimo avere documenti tangibili che vanno nella direzione da noi richiesta, questa volta non ci limiteremo a prendere una posizione attraverso una lettera, ma interesseremo direttamente la magistratura ordinaria e contabile.
Colgo l’occasione anche per dire qualcosa sull’ultima ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri – la n. 3978 – in materia di ricostruzione pesante. Non riesco a decifrare l’utilità di tale provvedimento e, al contrario, comprendo perfettamente le rimostranze di coloro che si sentono ingiustamente colpiti dalla medesima ordinanza. Credo che i Presidenti dell’Ordine degli Ingegneri e dell’Ance abbiano entrambi ragione. Mi pare insostenibile scrivere, in un atto, che devono essere decurtate le parcelle professionali in caso di ritardi nei lavori, quando il rapporto tra il proprietario dell’immobile da riparare e il professionista è di natura strettamente privatistica. Analogo ragionamento vale per le imprese; il legame cittadino-impresa è anch’esso di carattere privato e le sanzioni a carico di chi esegue i lavori sono inserite nei contratti stipulati tra le parti.
Inoltre ci sono articoli contradditori che sembrano il frutto di un approssimativo copia e incolla, piuttosto che il risultato di un ragionamento utile alla ricostruzione.
Vale la pena sottolineare che, in queste ordinanze, si scandiscono tempistiche per tutti, ma si continua a ignorare il fatto che è essenziale un’opportuna regolamentazione di tempi per quanto riguarda l’esame delle richieste di contributo per la ricostruzione, come il Comune ha fatto presente da mesi e mesi e in maniera molto puntuale.

Allegato: com._di_stefano_16-11-11.pdf (35 kb) File con estensione pdf

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