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Fondi per offrire asilo e protezione ai rifugiati politici, progetto del Comune

16/10/2013

Il Comune dell’Aquila partecipa, con un proprio progetto, alla ripartizione dei fondi ministeriali per offrire asilo e protezione ai rifugiati politici. Lo ha stabilito la giunta comunale, su proposta deliberativa dell’assessore alle Politiche sociali Emanuela Di Giovambattista.
“Il nostro Paese – ha spiegato l’assessore – ha visto aumentare considerevolmente, negli ultimi anni, le domande di asilo politico, causando lunghi tempi di attesa per i rifugiati, privi di aiuto economico e della possibilità di lavorare. Il Ministero dell’Interno ha pertanto istituito un Fondo nazionale finalizzato all’attuazione di politiche di accoglienza. Attraverso il nostro progetto abbiamo voluto valorizzare il ruolo della città dell’Aquila come realtà urbana
solidale che, dopo quanto ha patito, non può restare inerme davanti alle tragedie dell’immigrazione, come quella di Lampedusa. - ha proseguito l’assessore – Ci candidiamo, dunque, a partecipare alla ripartizione del Fondo, dopo aver individuato, a seguito di un avviso pubblico, il soggetto gestore nel “Comitato territoriale Arci L’Aquila”. Le azioni che ci proponiamo, in termini di obiettivi, sono relative a servizi di accoglienza e di integrazione, attraverso
attività di mediazione linguistica e culturale, formazione professionale, inserimento scolastico, anche per i figli minori dei rifugiati, o socio-lavorativo, l’accesso a strumenti culturali o di comunicazione, la tutela legale. Un ruolo importante avranno l’assistenza sanitaria e psicologica, nonché il supporto volto a
favorire pratiche di ricongiungimento familiare. Inizialmente chiederemo di partecipare con l’attivazione di 15 posti, per un costo complessivo di 226mila 340 euro l’anno per tre annualità, che vanno dal 2014 al 2016, dei quali 45mila 400 annui a carico del Comune, a titolo di compartecipazione finanziaria dell’ente. Per poter realizzare gli obiettivi abbiamo stipulato accordi con una serie di realtà del territorio, quali, tra gli altri, la Asl e le farmacie, alcune scuole, la Caritas, la Scuola edile, il Centro per l’impiego, e poi associazioni ed enti culturali e sportive, librerie, scuole guida. Un percorso complesso - ha concluso l’assessore – perché complesse sono l’integrazione e l’accoglienza. Un programma, insomma, che deve configurarsi come processo integrato, creando una rete in grado di
accompagnare coloro che richiedono asilo nel lungo cammino verso l’inserimento sociale, impostando l’attività non come una semplice fornitura, ma come un lavoro di gruppo, in modo da valorizzare l’autonomia dei beneficiari, facendone dei protagonisti, e non dei meri fruitori rispetto alle iniziative attuate”.

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