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Aree bianche, l'Assessore Di Stefano: "Produrrebbe effetti terribili il ritiro della proposta di delibera"

14/12/2013

Le richieste del gruppo consiliare di Appello per L'Aquila di ritiro della delibera di prossima discussione in Consiglio Comunale sulle aree bianche, produce, paradossalmente, proprio quello che si dichiara di voler scongiurare: il perdurare del saccheggio urbanistico di questa città.
La normazione delle cosiddette aree bianche, opera meritoria di questa Amministrazione che mette fine al più libero far west edificatorio e, di conseguenza, a tutti i commissariamenti a cui ancora oggi si soccombe per legge, è l'atto pianificatorio anticipatorio del prossimo PrG. Una sorta di salvaguardia e anteprima normativa che inizia a riportare ordine nella totale assenza di questi ultimi trent' anni.
Prova ne è che, casomai ci fosse bisogno di nuova edificabilità con il prossimo PRG, quella già normata dalle aree bianche andrà scomputata.
L'illegittima permanenza dei vincoli ha portato fino ad oggi al proliferare di sentenze a carico dell'Ente che certo non si uniformano alla delibera (già approvata dalla Giunta e concordata con la Provincia) e che hanno prodotto atti tra loro separati e disorganici che curano esclusivamente il diritto edificatorio del singolo con indici di gran lunga più alti rispetto a quelli della delibera e per giunta scevri di quelle cessioni che tutelerebbero la comunità con un disegno unitario e strategico.
Il principio perequativo esistente nella delibera assegna infatti il 65% di cessione per opere di interesse pubblico (verde pubblico attrezzato, parcheggi, servizi) e impone ai proprietari confinanti di operare in proposte unitarie e organiche con lotti minimi di 1.500 mq. Invece per lotti superiori ai 5000 mq sono previsti anche Piani particolareggiati che in seguito dovranno essere sottoposti all'attenzione dell'amministrazione pubblica. La normazione inoltre facilita interventi diversi dall'edificatorio residenziale in senso stretto per aprire anche a strutture di servizio.
Indugiare ancora nell'approvazione da parte del consiglio di una delibera pronta da tre mesi comporterà ancora l'intervento dei commissari e vanificherà qualsiasi azione per il nuovo PRG con la condanna da parte della Corte dei Conti degli amministratori colpevoli di danno al patrimonio del Comune.
Sembra quasi che APL, con la sua sortita, voglia cooperare con chi vuole sfregiare il territorio a vantaggio di interessi fondiari non sempre trasparenti.
Il Comune dell'Aquila, sulla procedura di formazione del nuovo PRG, ha giá approvato la delibera che inizia le procedure, ha stanziato le somme e, per la partecipazione, si è dotato degli strumenti in vigore e altri ancora ne sta promuovendo, come il neo costituito urban center. A questi dannosi ultimatum a mezzo stampa avrei preferito una serrata discussione in seconda Commissione consiliare dove, al contrario, si è purtroppo registrato un abbandono dell'aula da parte della minoranza.
Convinto sostenitore degli strumenti e possibilità esistenti, credo che la discussione in Consiglio sarà occasione di confrontare, senza rete e spero senza scuse, le reciproche ragioni con la presenza degli atti in discussione.
Non vorrei invece dover registrare, proprio da chi professa nuovi metodi di fare politica, il ripetersi di vecchie tattiche per far mancare il numero legale e vanificare ogni decisione consiliare per consegnare tutta la vicenda nella mani di un anonimo commissario ad acta.

Pietro Di Stefano, assessore all'urbanistica e pianificazione.

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