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Rincari autostradali, l'Assessore De Santis: "Il Governo intervenga"

07/01/2014

A solo una settimana dalla decisione pesante e negativa per l’economia abruzzese del rincaro delle tariffe autostradali (dell’ 8,3% in più rispetto alla media italiana del 3,8%), si affievoliscono le poche voci di protesta e il Governo regionale tace, in un quadro complessivo di indifferenza da parte di tutti i soggetti: Partiti, Sindacati e Associazioni imprenditoriali.
E’ evidente che il ruolo del Soggetto gestore dell’Autostrada dei Parchi sia condizionante delle scelte del Governo, ma anche della politica regionale, con il Presidente Chiodi in testa, gli Assessori ed i Consiglieri pronti alle Elezioni, muti perché non possono o non vogliono prendere posizione. Gli elementi alla base dell’aumento anomalo - inflazione, costi di manutenzione, investimenti - non sono sufficienti a giustificare rincari assurdi che porteranno risorse nelle casse della società concessionaria, senza che siano dimostratati i miglioramenti del servizio oppure i benefici sulla tratta autostradale nel territorio abruzzese.
La verità è che ormai la lobby delle autostrade decide, il Governo esegue e i cittadini, i pendolari ed i lavoratori pagano! E questo avviene in una situazione obbligata per gli abruzzesi, in quanto non esistono alternative adeguate possibili all’utilizzo dell’autostrada, mancando strade statali praticabili tutto l’anno ed in tempi ragionevoli, e mancando una Linea ferroviaria moderna da Pescara verso Roma, e completamente il collegamento ferroviario da L’Aquila verso Roma.
Il Gestore dell’Autostrada dei Parchi, pertanto, viene a trovarsi in una posizione predominante, assolutamente ingiustificata, e viene ad incassare aumenti tariffari fuori da ogni logica di mercato.
L’Aquila ed i Comuni del Cratere soffrono ancora di più questa imposizione tariffaria, mentre cercano di ricostruire le case, ma anche il tessuto sociale ed economico ed il collegamento è essenziale per la ripresa economica di un territorio ancora ferito dal sisma. La Regione Abruzzo rischia di ricadere in un pericoloso isolamento, esclusa prima dall’alta velocità ferroviaria ed ora bloccata dalle difficoltà economiche per l’utilizzo dell’unico collegamento degno di questo nome con Roma.
E la città dell’Aquila, nel momento più difficile della sua storia, non solo non ottiene le risorse indispensabili alla ricostruzione, ma viene abbandonata all’isolamento sociale ed economico, a seguito anche di un utilizzo problematico dell’autostrada, unico strumento di mobilità, che potrà così essere riservata solo ai viaggiatori abbienti ed interdetta ai meno abbienti o ai pendolari.
Prima che anche questa brutta vicenda passi nel dimenticatoio e contribuisca a far aumentare la sfiducia e la rassegnazione degli abruzzesi, il Governo sospenda il provvedimento - in attesa di rivedere i criteri di adeguamento delle tariffe - che non può gravare solo sulle tasche degli utenti, che saranno doppiamente vittime del rincaro in questione, prima per la decisione del gestore, e poi per la conseguente riduzione del traffico autostradale del 20%, che si sta già verificando.

Lelio De Santis
Assessore Comune L’Aquila

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