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Consiglio comunale sulla sicurezza: "Occorre potenziare le forze dell'ordine per tutelare meglio i cittadini"; il Sindaco Cialente: "Votata risoluzione su adeguamento corpo di Polizia municipale"

16/10/2014

Il Consiglio comunale, su proposta dei consiglieri Emanuele Imprudente, Giorgio De Matteis (L’Aquila Città Aperta), Alessandro Piccinini (Ncd), Daniele Ferella (Tutti per L’Aquila), Guido Quintino Liris (Forza Italia), Raffaele Daniele (Udc) e Luigi D’Eramo (Prospettiva 2022), ha dedicato l’intera seduta di stamani alla discussione sui problemi di ordine e sicurezza pubblica, alla luce dei recenti episodi di criminalità registratisi con frequenza e gravità sempre maggiore in città.
Sono intervenuti il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, il prefetto dell’Aquila Francesco Alecci, il comandante della Polizia municipale Ernesto Grippo e i vertici delle forze dell’ordine.
“Occorre potenziare il controllo del territorio – ha sottolineato il sindaco Cialente – e chiedere aumenti del personale addetto alla pubblica sicurezza. La Polizia municipale ha un organico sottodimensionato che, alla luce delle trasformazioni tangibili del tessuto sociale e dell’aumento della criminalità, ma anche del mutato assetto urbanistico con la nascita di nuovi quartieri, risulta costantemente in affanno. Come Amministrazione – ha proseguito Cialente – abbiamo sollevato il problema, da tempo, in tutte le sedi istituzionali opportune, chiedendo le risorse per assumere nuovi agenti. Stiamo lavorando, inoltre, per l’attivazione del servizio di videosorveglianza in città. Tuttavia – ha concluso il sindaco – il Governo deve aiutarci a fronteggiare la grave crisi economica, una vera e propria emergenza sociale, che affligge la città a seguito del sisma. Solo attraverso soluzioni strutturali che vadano alla radice del problema, infatti, si potrà davvero parlare di lotta alla criminalità e di prevenzione di quel disagio che la determina”.
Al termine della discussione l’assemblea ha votato una risoluzione con la quale impegna il sindaco Massimo Cialente e l’Amministrazione comunale a “proseguire la strada, indicata nella sua relazione in Aula dal comandante di Polizia municipale, in termini di aumento del personale e della strumentazione, pur nel rispetto delle leggi vigenti, ad attivare turni di servizio notturni di Polizia municipale, compatibilmente con le esigenze di servizio, e ad installare telecamere di sorveglianza nei punti sensibili, indicati dal Comitato per l’Ordine e la sicurezza”. Il documento impegna inoltre il primo cittadino e l’Amministrazione a “potenziare gli impianti di pubblica illuminazione, a intensificare, attraverso gli Uffici preposti, l’azione di controllo di tutti i cantieri presenti sul territorio e delle maestranze in essi impiegate, a procedere a un convenzionamento con tutte le forze dell’ordine per consentire l’impostazione di modelli di sicurezza integrata e, in particolare, il pattugliamento dei centri storici gravemente danneggiati e quotidianamente teatro di reati contro il patrimonio e a chiedere al Governo un potenziamento degli organici delle forze dell’ordine nella nostra città”.

IL SINDACO CIALENTE
"Purtroppo, nel, corso della seduta, sono stato costretto ad assentarmi per ricevere una delegazione del Governo somalo (incontro piacevole, importante ed utilissimo), guidata dal ministro delle Politiche energetiche del Paese africano, dall’ambasciatore in Italia e dal vice sindaco di Mogadiscio. Per questa ragione non ho potuto ascoltare l’ultima parte dell’intervento del Prefetto Alecci e numerosi interventi dei consiglieri comunali, cosa della quale mi sono ripetutamente scusato al mio rientro in Aula e quando poi ho preso la parola.
Sulla stampa leggo però di presunte dichiarazioni del Prefetto, che avrebbe “bacchettato il sindaco”, a proposito di un progetto di videosorveglianza, per un costo di 11 milioni di euro, che sarebbe stato presentato dal Comune dell’Aquila e rigettato dal Prefetto stesso. Non credo che Alecci possa aver rilasciato queste dichiarazioni poiché, come vorrei ricordare, il progetto fu presentato dal coordinatore dell’Usra Paolo Aielli, che avrebbe voluto anche realizzarlo e gestirlo, e non certo dal Comune. Fin dal mese di maggio scorso, peraltro, vi furono molte polemiche sull’argomento, oggetto anche di una Commissione consiliare, proprio perché il Comune dell’Aquila, attraverso il vice sindaco Nicola Trifuoggi, già a febbraio si era detto assolutamente contrario al progetto, denominato “end to end”. L’ente si riservava, di contro, di proporre un piano molto meno costoso e, soprattutto, economicamente gestibile negli anni. In quell’occasione, anzi, il Comune intese separare il problema della videosorveglianza da quello della sicurezza nei cantieri e della trasparenza nelle attività legate alla ricostruzione, chiedendo appena 300mila euro. Fondi assegnati dall’Usra (per questo motivo sta per essere pubblicato finalmente il bando relativo) il 7 luglio, giorno precedente l’importante incontro tenutosi all’Aquila, alla presenza del Sottosegretario Legnini e del prefetto Guidi, che dirige il Comitato per l’Alta sorveglianza sulle grandi opere, alla luce della vicenda riguardante presunte infiltrazioni di organizzazioni malavitose nella ricostruzione e dopo la dichiarazione, a mio avviso dirompente, del Procuratore nazionale antimafia che, sostanzialmente, andava nel segno di quanto da me ripetutamente denunciato, anche presentando ipotesi di soluzione normativa. Non credo quindi che sua Eccellenza il Prefetto possa aver dimenticato la vicenda e le polemiche che ne sono scaturite per mesi e che, spesso, hanno anche visto tirare in ballo il suo nome. Il progetto “end to end”, da 11 milioni di euro, dunque, non è mai stato né accettato né appoggiato dal Comune dell’Aquila.
Chiusa questa polemica, tornando al Consiglio comunale di ieri, è giustificabile che il Prefetto lamenti l’esiguo numero di agenti di Polizia municipale, appena 52 a fronte dei 104 che dovremmo avere, ma egli sa bene che le attuali norme in materia di assunzioni e i limiti alla spesa per il personale rendono difficilissimo, anzi impossibile, effettuare assunzioni, se non forse rinunciando, sempre ammesso che vengano riconfermati i relativi finanziamenti, al personale precario attualmente impiegato nella ricostruzione e nell’assistenza alla popolazione. La verità è che, ormai, in questo Paese, la coperta è sempre più corta e, per i Comuni, è diventata addirittura una sciarpetta, poiché a questi ultimi si chiede il massimo dei sacrifici riguardo ai tagli alla spesa e gli si addossano tutte le responsabilità in materia sociale e dei servizi, imponendo contemporaneamente limitazioni totali. Per il Comune dell’Aquila, che versa in una situazione disperata e nell’abbandono da parte del Governo, l’unica soluzione possibile sarebbe quella di proclamare la propria indipendenza e iniziare a coniare moneta propria, che si potrebbe chiamare il celestino, il mascherone, l’aquilotto o il rosone. Purtroppo non è possibile. Per tornare ad essere seri, mi spiace di non aver letto, nei resoconti del Consiglio, una riflessione che ho riportato durante il mio intervento. Ossia che all’Aquila il disagio e l’allarme sociale da taluni lamentato non si risolve certo con qualche telecamera in più o con qualche agente di polizia in più (anche se questi ultimi sono utili e necessari) ma trovando soluzioni concrete per la situazione disperata in cui versa la città, completamente distrutta nel patrimonio abitativo e monumentale e, soprattutto, nel tessuto economico e sociale. Se il Governo e le istituzioni presenti sul territorio non prendono coscienza di questo problema, vorrà dire che si lascerà morire lentamente la città e le telecamere, se installate, riprenderanno solo una Pompei dei giorni nostri".

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