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Tariffe dei servizi scolastici, l'Assessore Di Giovambattista: "La sentenza del Tar del Lazio non è applicabile al nostro caso"

16/09/2015

La sentenza del Tar del Lazio che, secondo il consigliere Guido Liris,
darebbe ragione ai genitori ricorrenti circa l’illegittimità degli
aumenti tariffari del servizio mensa scolastica, fa riferimento al
caso in cui una graduatoria di ammissione al servizio stesso sia stata
stilata prima della definitiva approvazione, da parte dell’organismo
competente, degli aumenti tariffari. Senza dunque che le famiglie ne
siano state preventivamente informate.
La sentenza non è, pertanto, applicabile al Comune dell’Aquila, dal
momento che la proposta di modifica delle tariffe dei servizi a
domanda individuale è stata approvata dalla giunta il 29 maggio,
mentre gli avvisi per l’iscrizione a tutti i servizi sono stati
pubblicati negli ultimi giorni di luglio, dopo i passaggi in giunta e
nelle commissioni consiliari competenti, riportando le indicazioni
delle nuove tariffe proprio al fine di informare le famiglie
debitamente e anticipatamente. Il Consiglio comunale ha poi approvato
la proposta deliberativa il 30 luglio, senza apportare alcuna
modifica. La sentenza del Tar del Lazio non trova, dunque,
applicazione in questo caso, dal momento che i cittadini, al momento
dell’iscrizione, erano al corrente della nuova tariffazione. La
graduatoria di iscrizione agli asili nido, per fare un esempio, è
successiva alla deliberazione del Consiglio comunale e, addirittura,
gli elenchi di ammessi ai servizi sono tuttora in continuo
aggiornamento.
Le nuove tariffe, peraltro, vengono applicate a partire dall’anno
scolastico 2015-2016, avendo stabilito l’Amministrazione comunale di
non darne attuazione retroattiva, proprio per venire incontro alle
famiglie.
Voglio inoltre sottolineare che la paventata iniziativa del gruppo di
mamme di cui il consigliere Liris si fa portavoce istituzionale
andrebbe a discapito di tutte quelle famiglie che, anziché pagare una
tariffa fissa e uguale per tutti, oggi possono usufruire di una
tariffa sociale, in base alle proprie capacità economiche, ma anche di
tutti quei cittadini che, con le proprie tasse, contribuiscono al
pagamento di questi servizi anche se non ne usufruiscono. Ricordo,
infatti, che il costo di un singolo buono pasto, per il Comune, è di 5
euro. La massima contribuzione chiesta alle famiglie è di 2 euro e 80
centesimi. Il resto lo pagano i cittadini aquilani attraverso i tributi.

Emanuela Di Giovambattista
Assessore al Diritto allo studio

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