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Stragi naziste, ricordati i Nove Martiri Aquilani a 68 anni dall'eccidio

23/09/2011

Si è conclusa nella caserma Pasquali Campomizzi, alla presenza del sindaco dell’Aquila Massimo Cialente e delle massime autorità militari, la cerimonia del 68esimo anniversario dell’eccidio dei Nove Martiri aquilani.
Presente alla cerimonia, in rappresentanza dell’Anpi (associazione nazionale partigiani italiani), anche l’onorevole Alvaro Iovenitti.
Dopo la cerimonia è seguito l’omaggio del 33esimo Reggimento Artiglieria Acqui all’eroismo dei giovanissimi martiri aquilani.
Bruno D’Inzillo, Bernardino Di Mario, Fernando Della Torre, Carmine Mancini, Giorgio Scimia, Francesco Colaiuda, Anteo Alleva, Sante Marchetti, Pio Bartolini, questi i loro nomi, avevano tutti tra i diciotto e vent’anni. Dopo l’8 settembre del 1943 avevano deciso di unirsi alle schiere di partigiani che combattevano le truppe di occupazione tedesche. Rifugiatisi sulle montagne nei pressi dell’abitato di Collebrincioni per sfuggire ai rastrellamenti, a seguito di una delazione furono catturati dal contingente tedesco, condotti nella caserma Pasquali, costretti a scavarsi la fossa e fucilati. I loro corpi furono rinvenuti solo dopo la liberazione della città dell’Aquila, avvenuta il 13 giugno del 1944, e ricomposte all’interno della scuola elementare “De Amicis”, dove ricevettero l’omaggio della cittadinanza.
Bruno D’Inzillo era figlio di un colonnello dell’esercito, aveva da poco terminato gli studi liceali e desiderava iscriversi alla facoltà di Medicina. Aveva scritto una raccolta di versi dal titolo “Retoriche cosmiche”; Fernando Della Torre era originario di Sulmona e apparteneva ad una famiglia di origini ebraiche. Dopo aver conseguito il diploma all’Istituto tecnico industriale, rimasto orfano dei genitori, aveva trovato un impiego; Giorgio Scimia era studente dell’ultimo anno dell’istituto Magistrale e sognava di diventare aviatore; Carmine Mancini era il più caro amico di Bruno D’Inzillo e, come lui, scriveva poesie e si accingeva a iscriversi alla facoltà di Medicina; Bernardino Di Mario frequentava l’Istituto tecnico industriale, fu l’ultimo a morire poiché non venne ucciso subito dalla scarica di fucili.
La piazza dedicata ai Nove Martiri aquilani, nel cuore del centro storico, dove una lapide ricorda i giovani eroi della Resistenza, è stata restituita alla fruibilità di recente, dopo l’inserimento all’interno della “zona rossa”, a seguito del sisma del 6 aprile 2009.

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