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Scomparsa di Marco Pannella, il ricordo del Sindaco Cialente: "Un privilegio sedergli vicino sui banchi del Consiglio comunale"

19/05/2016

“Con la scomparsa di Marco Pannella comincia a chiudersi una fase storica dell’Italia che, dalla seconda metà del Novecento a questi ultimi giorni, ha visto il nostro Paese entrare, con fatica, nel novero di quelli moderni, facendo, nel solco dei valori dell’occidente, della libertà, dell’uguaglianza e dei diritti di cittadinanza la base del vivere civile e del progresso”.

Queste le parole con cui il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente ricorda il leader radicale.

“Marco Pannella ha condotto battaglie di grande modernità, modernizzando la cultura del Paese, nei sentimenti popolari, nelle abitudini, negli interessi del “quieto vivere” ed esercitando fino in fondo il vero ruolo di un leader politico, quello cioè di indicare percorsi nuovi e originali, trasformando ed emancipando la coscienza di intere collettività. I visionari delineano strade che i saggi, poi, percorrono. Marco Pannella, - ha proseguito Cialente - accanto a questo, ha avuto un altro pregio, raro. Il coraggio di affermare le proprie idee e di battersi sempre per esse. Ho avuto il privilegio di vivere con lui, nel 1990, l’esperienza di “Convenzione Democratica”, la famosa lista della Genziana. Esperimento avanzatissimo, allora non compreso, che prefigurò, con anni di anticipo, quella che poi sarebbe divenuta l’alleanza dell’Ulivo. Anche allora L’Aquila fu laboratorio politico, come lo era stata per la nascita della prima giunta comunale di centro sinistra. Una strana alchimia di questa città, capace di esprimere comunque, di volta in volta, avanzati blocchi di classe dirigente politica, spesso avanguardia culturale in Italia. Un’esperienza indimenticabile, molto formativa, che mi fece conoscere un modo completamente diverso di essere e di vivere la politica. Negli anni successivi, soprattutto nella mia esperienza parlamentare, ho nuovamente incontrato molte volte Marco, mi sono sentito con lui telefonicamente, a volte anche con sinceri, leali, decisi scambi di opinione. Ricordo anche quando, dopo il sisma, volle tenere all’Aquila, nel tendone di piazza Duomo, divenuto in quel periodo agorà della città, l’assemblea del Partito Radicale. Come tanti italiani anch’io mi sento di ringraziare questo abruzzese tenace, visionario, capace di grandi sogni e di ammettere le proprie debolezze, in primis quel suo tabagismo che ostentava simpaticamente. In questo momento, però, non posso non ricordare un episodio in cui lo sentii soprattutto amico, con un atteggiamento paterno. Quando, nel gennaio 2014, in seguito al pesantissimo attacco mediatico che, a livello nazionale, si scatenò su di me e sulla mia famiglia, per due avvisi di garanzia ad altrettanti miei stretti collaboratori, decisi di dimettermi, la sera successiva Marco mi chiamò a casa. Fu una telefonata di solidarietà affettuosa, di incoraggiamento, di rinnovata stima, di analisi politica precisa di quello che mi stava capitando ma, anche, un severo richiamo alle mie responsabilità. Marco Pannella è stato un grande italiano – ha concluso Cialente - e mi fa piacere pensare che è l’Abruzzo, la sua Teramo, che lo ha regalato all’Italia”.

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