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Consiglio comunale aperto sulla restituzione delle tasse sospese a causa del sisma, chiesta la proroga e l'abbattimento dell'importo da rendere allo Stato

10/10/2011

Il consiglio comunale, riunito nel pomeriggio in seduta straordinaria aperta, ha discusso e approvato le tre mozioni, che vedono come primo firmatario il capogruppo Pd Vito Albano e sono state sottoscritte da consiglieri di entrambi gli schieramenti, relative, rispettivamente, alla restituzione delle tasse sospese a causa del sisma dall’aprile 2009 al 2010 e alle criticità e alle proposte per il comparto delle attività produttive e per quello degli enti culturali.
La prima mozione “accertato che dobbiamo restituire l’intera cifra sospesa (che secondo le stime del Ministero dell’Economia e delle Finanze ammonta a circa un miliardo) in 120 rate mensili a partire dal 2011” e che “da apposite simulazioni effettuate risulta che quasi l’intera tredicesima dovrà essere devoluta per pagare quanto dovuto”, ritenendo “iniqua e insostenibile una pressione fiscale di questa natura, soprattutto alla luce della situazione economica aquilana”, richiede una nuova proroga dell’avvio della restituzione di quanto sospeso di almeno 6 mesi, proroga che necessita, per essere coperta finanziariamente, di 150 milioni di euro. Il documento chiede che, durante il periodo di tale proroga, si affronti il problema dell’abbattimento di quanto deve essere restituito, dando vita ad un tavolo tecnico per stabilire il reale ammontare della sospensione di tasse e tributi. Attraverso la mozione il consiglio comunale chiede, infine, l’abbattimento del 60% delle somme da restituire (come previsto in Umbria, Marche e Molise). “Poiché questo inciderebbe sensibilmente sui conti pubblici – recita il documento – riteniamo che lo Stato possa studiare la copertura di questa cifra utilizzando i ribassi d’asta delle gare pubbliche sui lavori di ricostruzione dell’Aquila a carico dei diversi enti pubblici”. A questo proposito il consigliere comunale Maurizio Capri (Pd) ha proposto di intraprendere azioni presso il Governo affinché i proventi derivati dall’aumento dell’1% dell’Iva vengano destinati a copertura della proroga nel versamento dei tributi arretrati.
La seconda mozione, rilevando in premessa che “a distanza di due anni e mezzo dal sisma nessuna misura specifica è stata messa in campo per rilanciare lo sviluppo e il lavoro, che i dati sul tasso di attività e sulle ore di cassa integrazione sono gravissimi, al punto che siamo il territorio d’Italia con il più alto tasso di cassintegrati, con una quota elevatissima di cassintegrati in deroga, strumento che quest’anno viene decurtato di quasi il 50% (parliamo ormai di 400 euro al mese), che aprire o portare avanti un’attività produttiva all’Aquila ha un costo maggiore che in qualunque altra parte d’Italia, sommando al carico delle difficoltà derivate dal sisma l’assenza di strumenti agevolativi”, il documento chiede “che si sblocchi una cifra di 100 milioni di euro da mettere a disposizione del Comune dell’Aquila, dove è concentrata la maggior parte delle attività produttive, e che si individui un’ulteriore quota da destinare alla Provincia per gli altri Comuni terremotati”. Queste misure renderanno infatti possibile il finanziamento di una serie di misure quali il credito d’imposta per due anni, relativo a tutti gli oneri fiscali e contributivi per ciascun lavoratore assunto a tempo indeterminato per ogni azienda che già opera o si voglia insediare nel territorio, il finanziamento del contratto di programma con le società Thales Alenia e Menarini per ampliamenti produttivi e occupazionali e il sostegno all’infrastrutturazione industriale e turistica. La mozione chiede, inoltre, “l’inclusione dei circa mille lavoratori della Provincia dell’Aquila tra coloro che vengono esentati dai provvedimenti relativi allo slittamento di un anno delle finestre pensionistiche”.
La terza mozione, infine, prende le mosse dalla constatazione che “per quanto riguarda il patrimonio culturale non sono previsti finanziamenti specifici e che le istituzioni culturali aquilane, caratterizzate da un importante valore storico e con straordinari effetti economici e occupazionali, oggi rischiano la chiusura, soprattutto per il drastico taglio operato dai finanziamenti regionali, per circa 6 milioni di euro e per il crollo degli spazi nei quali si svolgevano le rispettive attività. Il consiglio chiede pertanto che il Governo predisponga un’addizionale di due punti di aliquota sul prelievo per il finanziamento Arcus per almeno cinque anni e che destini questa somma interamente al territorio aquilano e una proroga di tre anni al decreto ministeriale che ha esentato le istituzioni culturali aquilane dagli adempimenti previsti per accedere ai finanziamenti statali”.
L’assemblea impegna quindi il sindaco e la giunta a mettere in atto tutte le azioni politiche necessarie per ottenere la realizzazione di queste richieste.
“Prendiamo atto – ha dichiarato il sindaco Massimo Cialente nel suo intervento in aula – che, a distanza di due anni e mezzo, molti dei nodi legati alla ricostruzione e alla gestione della fase post sisma sono ancora irrisolti. Per questa ragione, una volta approvate le mozioni, propongo l’istituzione di un gruppo di lavoro interno allo stesso consiglio che porti, insieme con me, queste istanze al Governo, chiedendo risposte certe. È tutto fermo ma non per colpa nostra. Nel momento in cui si è fermata anche la ricostruzione che avrebbe rimesso in moto l’economia, non si può pensare di restituire le tasse sospese. Si tratta di un problema di sopravvivenza. Questa non è una città a cui si può chiedere di pagare 100 milioni di euro, soprattutto dopo che non si è fatto nulla per il rilancio economico e produttivo. Occorre la proroga al 31 dicembre, ovviamente prevedendo la copertura, e, soprattutto, ottenere un’ulteriore sospensione fino al giugno 2012. Se non otteniamo tutto questo entro il 10 novembre, io propongo di organizzare di nuovo una colossale manifestazione a Roma. Oggi dobbiamo constatare il fallimento del regime commissariale, - ha concluso Cialente - i poteri devono tornare alle istituzioni locali”.

Allegato: comunicato 1462 11-10-11.pdf (35 kb) File con estensione pdf

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