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La Bolla del Perdono torna in centro storico: il documento trasferito dalla Scuola della Guardia di Finanza alla Banca d'Italia

09/01/2018
Foto Bolla alla Banca d\'Italia

La Bolla del Perdono torna in centro storico. Ieri pomeriggio
l’importante documento è stato scortato dalla Scuola Ispettori e
Sovrintendenti della Guardia di Finanza, dove è stato custodito fin
dal terremoto del 6 aprile 2009, ai locali della filiale aquilana
della Banca d’Italia, nel cui caveau sarà conservato in attesa di
tornare nella sua sede originaria, ovvero Palazzo Margherita.
I lavori di ricostruzione della storica sede del Palazzo di Città,
infatti, sono iniziati nei mesi scorsi ed è lì che, una volta
terminati, verrà riposizionato: come voluto da Celestino V è il
Comune, infatti, il proprietario e custode della Bolla papale, in
virtù della quale ogni anno viene concessa l’indulgenza plenaria con
l’apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio. Nello
scorso mese di agosto, la Bolla era stata esposta proprio nel salone
della Banca d’Italia a seguito dei lavori di restauro e recupero
effettuati all'Istituto centrale per il restauro e la conservazione
del patrimonio archivistico e librario del ministero dei Beni culturali.
Ad accogliere il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, nella
struttura a Coppito, c’erano il comandante regionale Abruzzo della
Guardia di Finanza, generale di brigata Flavio Aniello, e il
comandante della Scuola, generale di divisione Gianluigi Miglioli,
mentre a fare gli onori in Banca d’Italia ci ha pensato il direttore
di filiale, Massimiliano Marzano.
“Il cuore della città torna vivere non solo con uffici e attività
commerciali, ma anche con segnali come quello che abbiamo lanciato
ieri – dichiara il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi – Con la
ricostruzione di Palazzo Margherita, la Bolla tornerà nella sua
location storica ma nel frattempo, almeno idealmente, vi si
riavvicina. I ringraziamenti della città e della Municipalità vanno
alla Guardia di Finanza che, per otto anni, ha vigilato sulla
conservazione della Bolla di Papa Celestino V, e a Banca d’Italia, la
cui collaborazione ci consente di riportare in centro storico un
documento che rimane uno dei simboli identitari della città del
Perdono e della riconciliazione”.

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