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Presentata la nuova stagione del Tsa, il sindaco Biondi: "La cultura ha bisogno di coraggio come quello dimostrato da direttore Cristicchi"

28/10/2019

"La nuova stagione del Teatro stabile d’Abruzzo segue il solco di una tradizione in cui innovazione, sperimentazione e intraprendenza sono tratti distintivi dell’humus artistico di questa terra che già nel secolo scorso manifestava la sua vivacità". Lo ha dichiarato oggi il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi, nel corso della conferenza stampa di presentazione della nuova stagione del Teatro Stabile d'Abruzzo.
"L’Aquila ha vissuto nel XX secolo due grandi rivoluzioni: quella urbanistica negli Anni ‘30 e quella culturale dall’immediato dopoguerra fino agli Anni ‘60. Poi, abbiamo vissuto le gemmazioni di questo grande boom: la fondazione della Società dei concerti Barattelli innescò il processo per la  nascita del Conservatorio Casella, dei Solisti Aquilani e dell'Istituzione Sinfonica Abruzzese. Allo stesso modo il Tsa aprì la strada a realtà importanti come il Teatro Accademico dell’Università, l'Accademia di Belle Arti, la cattedra universitaria di Storia del Teatro, il circuito teatrale regionale Atam e il Teatro Stabile d'Innovazione L'Uovo. Enti e istituzioni connesse tra loro in maniera profonda". 
"In quella fortunata stagione, Carmelo Bene - che interpretò e diresse per il Tsa 'La cena delle beffe' - fu anche docente dell'Accademia di Belle Arti, dove insegnavano personalità come Achille Bonito Oliva, Alberto Arbasino, Sylvano Bussotti, Pietro Cascella, Fabio Mauri, Franco Ceroli. All’epoca, fra gli scenografi del Tsa c’erano Alberto Burri e Fulvio Muzi. Le collaborazioni, oggi diremmo sinergie, tra le Istituzioni culturali erano un fatto. Non era necessario auspicarle, avvenivano. Ecco, non si può percorrere la strada dell’innovazione senza coraggio e ancora una volta, in questa stagione, sotto la direzione artistica di Simone Cristicchi, ne abbiamo piena testimonianza. Non si deve avere paura di scegliere, della contaminazione, del cambiamento di alcuni canoni a cui siamo legati, dell’evocativo “pugno nello stomaco” come quando si riscoprono alcuni generi come il monologo. A mio avviso oggi c’è uno sforzo da fare, o meglio da recuperare, nel panorama culturale aquilano: quello di mettere da parte le singolarità che ognuno rappresenta per realizzare un disegno complessivo e articolato, frutto di una strategia comune". 
"Va data una chiave di lettura univoca: far capire che nella città dell’Aquila accade tutto questo non solo per le risorse del programma ReStart,  o perché siamo a dieci anni dal sisma o, ancora, perché la nostra immagine ha appeal visti i frangenti di crisi. Accade, piuttosto, perché si risveglia progressivamente nello spirito della città, in chi governa le istituzioni culturali, uno “Zeitgeist”, un sentimento che doveva essere ravvivato dalle persone giuste. E il Tsa dimostra, ancora una volta, di interpretare perfettamente questo spirito di trasformazione. Con le istituzioni già citate - penso all’Università, al Conservatorio, al Gran Sasso Science Institute o alla fondazione Maxxi - come amministrazione comunale abbiamo instaurato un rapporto di reciproca fiducia e collaborazione che, in questo decennale e oltre, trova nuove aperture e possibilità" conclude il sindaco Biondi.
 

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