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Candidatura dell'Aquila a capitale italiana della cultura 2021, il sindaco Biondi al Consiglio comunale: "Un'occasione di riscatto per la città"

29/01/2020

“La candidatura a Capitale italiana della cultura 2021 può essere un momento di riscatto per la città dell’Aquila dopo la mancata designazione per il medesimo titolo, ma europeo, per il 2019”. È quanto ha dichiarato il sindaco del capoluogo d’Abruzzo, Pierluigi Biondi, questa mattina in Consiglio comunale, illustrando alle forze di maggioranza e opposizione il percorso intrapreso per puntare al prestigioso traguardo. In attesa dell’incontro pubblico con la cittadinanza, il 30 gennaio alle ore 15 nella sala Rivera di Palazzo Fibbioni, nei giorni scorsi il gruppo di lavoro impegnato nella predisposizione del dossier di candidatura ha avviato un’ampia e molto partecipata fase di ascolto con i sindaci del cratere 2009, istituzioni culturali afferenti al Fondo unico dello spettacolo, Conservatorio dell’Aquila ‘A. Casella’, Accademia delle Belle arti, Università, Gran Sasso Sciente Institute, Laboratori del Gran Sasso, associazioni culturali, di categoria e sindacali, rappresentanti di ordini professionali, Fondazione Carispaq, Soprintendenza, Munda, Maxxi e Comitato Perdonanza. “Entro il 2 marzo le quaranta città rimaste in lizza presenteranno il dossier che sarà vagliato da una commissione di esperti e decreterà, entro la fine di aprile, le dieci concorrenti ammesse al giudizio finale che sarà formulato dal governo il 10 giugno. – ha spiegato il sindaco – La candidatura non è una iniziativa estemporanea e rappresentativa della sola città dell’Aquila ma coinvolge l’intero territorio e arriva a chiusura di un ciclo di iniziative promosse nell’ambito del programma ReStart, con cui una parte delle risorse destinate alla ricostruzione viene utilizzata per lo sviluppo delle potenzialità culturali e la promozione dei servizi turistici”. “Il progetto si conforma pienamente alle linee guida della nuova Agenda della cultura europea e si fonda su quattro assi portanti: salute e benessere, coesione sociale, innovazione e ambiente. Non sarà un documento ‘usa e getta’ ma sarà un modello replicabile, uno strumento di pianificazione territoriale attraverso la cultura”.

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