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Regolamento del Parco del Gran Sasso e Monti della Laga, l'assessore Mannetti: "Sconcertante l'atteggiamento dell'Ente"

31/01/2020

E’ sconcertante il comportamento dell’Ente Parco nazionale del Gran Sasso e Monti della Laga sull'iter seguito con la bozza del Regolamento del Parco, che sta suscitando un vespaio di fondate polemiche.

Ma io intendo andare oltre le assurdità di buona parte del contenuto del documento, che associazioni, operatori e persino i frequentatori della nostra bellissima montagna hanno fatto opportunamente emergere.

E’ innanzitutto il percorso adottato dagli organismi dell’Ente che fa davvero rabbrividire e sulla cui legittimità e trasparenza può essere avanzato più di un dubbio.

Il presidente Tommaso Navarra ha predisposto un documento provvisorio facendolo “calare dall’alto”, senza condividerlo a monte con gli enti territoriali e le associazioni interessate. Non si comprende quale iter stia seguendo il presidente Navarra; anzi, mi permetto di dire che la strada che sta percorrendo sia abbastanza confusa. Infatti l’articolo 11 della legge 394 del 1991 parla chiaro e definisce con esattezza sia il potere d’intervento sugli strumenti di pianificazione dei portatori di interesse sia l’iter legislativo da seguire. Il Parco vuole costringere gli enti locali ad esprimersi frettolosamente e su una sorta di “piatto” già servito, peraltro quando ancora il piano del parco non è stato ancora pubblicato. Senza trascurare la circostanza che la citata bozza, approvata dal direttivo del Parco il 9 dicembre, è stata trasmessa al nostro Ente con ben un mese di ritardo. Ancora, in tale bozza vengono inseriti alcuni elementi concernenti la mobilità, omettendo di valutare che il Comune dell’Aquila sta lavorando da almeno due anni su un Pums che ha nella mobilità ecosostenibile uno dei suoi elementi cardine.

Non è così che funziona.

Oggi la democrazia partecipata prevede che l’elaborazione di documenti importanti come il regolamento del Parco debba essere effettuata dal basso e con gli strumenti di partecipazione e concertazione che consentono di giungere a un prodotto non solo condiviso ma che – nel caso di specie – contemperi adeguatamente la tutela delle svariate emergenze ambientali con uno sviluppo turistico ed economico ecocompatibile e, allo stesso tempo, redditizio per la comunità e per gli operatori. Non è vietando le e-bike o sottraendo agli enti la potestà di interventi al di sopra di una determinata altitudine che si può pensare di raggiungere questi obiettivi. A meno che non si voglia utilizzare la logica della superficialità e dell’ignoranza e non ci si voglia accontentare di una visione dell’ambiente obsoleta e che per tanto, troppo tempo, ha prodotto arretratezza e, di conseguenza, evidenti danni al nostro territorio. E’ clamoroso che si vieti l’uso di mezzi di trasporto ecologici, con provvedimenti che compromettono una mobilità perfettamente in linea con la salvaguardia dell’ambiente.

Il Parco ritiri subito il documento e apra la fase della partecipazione con gli enti citati dalla norma (Comune, Provincia, Regione, Amministrazioni separate, associazioni di settore), coinvolgendo anche operatori del settore turistico montano. Il regolamento va riscritto in modo concertato, incanalando questa operazione sui binari della correttezza e del confronto: ne beneficeranno tutti.

   Carla Mannetti

Assessore ai Rapporti con le istituzioni e alla Mobilità

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