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Candidatura dell'Aquila a Capitale italiana della cultura 2021; Biondi: "L'Aquila ha un progetto rivitalizzante, il sostegno del vice sindaco di Pescara è un segnale di fratellanza e di generosità"

26/02/2020

“Il 26 febbraio del 1971, il tranquillo Abruzzo arse sotto i moti dell’Aquila, a rivendicare il suo primato in una competizione atavica con la città di Pescara. Oggi, nel consesso comunale dedicato alla candidatura a capitale italiana della Cultura per il 2021, Pescara, a 49 anni di distanza, per il tramite del suo vicesindaco, Giovanni Santilli, interviene a suggellare una fratellanza, a esprimere un sostegno che ci dice che questa terra è capace di generosità, è unita, è realmente emancipata e profondamente lucida. Nel segno della cultura. Quello stesso segno, prezioso come l’oro, impresso nel profilo della Basilica di Collemaggio, logo del progetto, disegnato dal fumettista, docente dell’Accademia di Belle arti dell’Aquila, Maicol&Mirco”.

E’ iniziato così l’intervento che il sindaco Pierluigi Biondi ha svolto oggi pomeriggio in Consiglio comunale, nel corso della seduta aperta sulla candidatura dell’Aquila a Capitale italiana della Cultura.

“Oggi, 26 febbraio 2020, dopo due mesi di lavoro intenso, che ha coinvolto tutta la struttura comunale, la giunta, i dirigenti, il consiglio, grazie al contributo del sapiente gruppo dossier, guidato da Pier Luigi Sacco, L’Aquila ha un progetto rivitalizzante – ha proseguito Biondi -  destinato a segnare la definitiva rigenerazione del territorio, con l’apporto di tutta la regione. Per questo dobbiamo essere grati, per questo dobbiamo credere. Le istituzioni, spesso oggetto di critica, sono reali motori, in un lavorio continuo, le une accanto alle altre, della consapevolezza e della ricchezza che via via stiamo riacquisendo. Non siamo alla retorica del “nuovo”, non siamo appena nati, siamo semplicemente rinati”.

Secondo il sindaco dell’Aquila “Per un territorio come il nostro, le cui origini culturali sono un vessillo universalmente riconosciuto, è un riannodarsi. È l’essersi rotti, ricuciti, impreziositi, e finalmente pronti, insieme, a ricreare. Il dossier che stiamo costruendo, per cui raccogliamo una partecipazione corale e pronta, è frutto di volontà, professionalità e fiducia. E siccome è il risultato di tutti noi, in caso di mancata conquista del titolo, non lo terremo chiuso nel cassetto come uno dei tanti tentativi esperiti e mal riusciti. Ne faremo, invece, uno strumento di programmazione, strategico, che con la cultura ci consentirà di lasciare il segno del compimento”.

“Il “kintsugi” è l’antica pratica giapponese usata per riparare gli oggetti, letteralmente “riparare con l’oro”. I punti di rottura sono sanati da materiale prezioso, ad accentuare la frattura – ha concluso il sindaco Biondi -. La riparazione diventi dunque la traccia esplicita e visuale del percorso di recupero, sopravvivenza ed esistenza arricchita di significato dall’esperienza che si è stati in grado di superare. Il riconoscimento a patrimonio immateriale dell’Unesco della Perdonanza celestiniana è un risultato tangibile di questo processo di rigenerazione. Noi, siamo il nostro tesoro. Su di esso poggia un’invincibile rinascita”.

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