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Coronavirus, ripresa dell'attività dei cantieri; il sindaco Biondi: "Il Governo riconosca alle imprese i maggiori oneri dovuti dalle nuove regole per l'emergenza"

11/05/2020

In questi anni abbiamo combattuto la battaglia per la sicurezza sismica. Il terremoto del 2009 è stato una specie di sveglia che ha investito l’Italia. L’Aquila, che nell’immaginazione dei più, giaceva rovinata dalle macerie, è oggi un laboratorio di restauro, architettura, ricerca, innovazione nelle costruzioni e mantiene il privilegio di essere osservata e presa a esempio. Tutto questo ha avuto un costo amaro ed è passato attraverso una crisi epocale per la nostra comunità. Oggi come allora, proprio per l’alta concentrazione di cantieri rispetto alla densità abitativa, siamo laboratorio. E affrontiamo una sfida esponenziale, rispetto alla condizione di “normalità”, estendibile con le dovute eccezioni al resto del Paese. L’emergenza da Covid-19, infatti, ha imposto tutta una serie di nuove incombenze che le imprese devono ottemperare per lavorare in sicurezza. E non si tratta dell’eterna, dibattuta questione “tampone-sì o tampone-no”, che qui all’Aquila è obbligatorio. Oltre ai tamponi, le prescrizioni governative chiedono l’applicazione di disposizioni di tutela e garanzia, individuale e di lavorazione, che cambiano radicalmente il processo di ricostruzione, di un appartamento come di un aggregato. Ciò aggrava di costi, evidentemente, qualunque cantiere: ci vogliono più cura, più personale, più tempo.
Dopo due mesi di fermo forzato, dunque, i ritmi saranno più rallentati. Per fare un paragone, basta pensare al tempo che impieghiamo per fare la spesa, al tempo che ci vuole per essere serviti (evidentemente non per incuria dei commessi). Il vero tema da porre all’attenzione dell’agenda delle priorità nazionali, dunque, è quello che di cui ho già investito il presidente Conte, il ministro De Micheli e il commissario per la ricostruzione del terremoto del Centro Italia, l’abruzzese Giovanni Legnini, il 20 aprile scorso, quando ho chiesto che alle imprese venissero riconosciuti i maggiori costi da sostenere in ragione della modifica delle regole di lavoro, non contemplati all’atto della progettazione nell’era ante Coronavirus. Solo questo sforzo, che deve essere nazionale e globale, salvaguarderà il principio di equità, consentirà ai cantieri di lavorare in tutela, garantirà remunerazione aziendale e sicurezza dei lavoratori. Il Comune dell’Aquila, in prospettiva, sta già provvedendo a proteggere la filiera. Lo ha fatto prorogando le scadenze di consegna e liquidando alle imprese, solo nel mese di marzo e aprile, quasi 50milioni di euro. Il nostro progetto di alleggerimento della burocrazia e garanzia di liquidità è in costante aggiornamento e “ascolta” il territorio. Ora tocca al governo, investire in sicurezza. Per tenere aperte, oggi, L’Aquila e l’Italia. Per farle ancora correre, domani".

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