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Perdonanza, 726esima edizione: l'intervento del sindaco Biondi nella cerimonia di apertura

24/08/2020

Cittadine, Cittadini dell’Aquila,    

gli uomini e le donne impegnati a contenere gli incendi che in questi giorni hanno oltraggiato le nostre montagne, sono oggi rappresentati da un Vigile del Fuoco, un alpino e un volontario della Protezione civile che hanno scortato il “Fuoco del Morrone” con il quale accendiamo il tripode della Pace, dando il via alle celebrazioni della 726^ Perdonanza celestiniana.  

È questo un fuoco che sa di storia, di fede, di identità. È un fuoco che accarezza l’anima della nostra comunità.

Una comunità che ha molto sofferto e che nel dolore ha trovato la forza di reagire e rinascere e che sta affrontando con consapevolezza e grande senso di responsabilità l’emergenza sanitaria, anche in occasione delle celebrazioni della Perdonanza.

Con la stessa forza e con la fermezza di una storia millenaria condanna, da questo luogo sacro e evocativo, coloro i quali vigliaccamente hanno fatto del fuoco uno strumento di distruzione, riducendo in cenere i nostri paesaggi del cuore.

Alla distruzione insensata del fuoco, che provoca angoscia e sofferenza, oggi rispondiamo con il fuoco che segna il “cammino del Perdono”, come l’Unesco ha definito il fuoco del Morrone nella articolata motivazione alla base del riconoscimento della Perdonanza come patrimonio immateriale dell’umanità.

Un riconoscimento straordinario ad un evento che si celebra dal 1294, in cui lo spirito di riconciliazione e la rinascita fisica e comunitaria, si fondono e si sostengono, attribuendo all’Aquila una rinnovata e più incisiva dimensione di città della pace, che ha come luogo ideale di riferimento la Basilica di Santa Maria di Collemaggio alla quale, la Commissione Europea ed Europa nostra hanno assegnato il prestigioso premio 2020 per il miglior progetto di restauro.

Un riconoscimento che incornicia un altro obiettivo impegnativo che ci siamo prefissati, tanto che la basilica di Collemaggio ne costituisce il logo.

Mi riferisco al progetto per la candidatura dell’Aquila a capitale italiana della cultura 2022 e, per il quale, stiamo lavorando con passione e convinzione, insieme alle molteplici espressioni artistiche, culturali e di ricerca del nostro territorio.

Questo è per me il quarto anno che ho l’onore di aprire le celebrazioni della Perdonanza celestiniana e ogni volta che mi trovo a parlare di papa Celestino, mi accorgo di parlare di qualcosa di nuovo.

Perché, la sua biografia spirituale, il suo essere così lontano dal potere, la sua vicinanza agli ultimi, la sua esistenza semplice ma così intensa, il suo messaggio di perdono e riconciliazione che non esclude ma abbraccia tutti i cristiani, ci portano ad accostarci ogni volta ad un avvenimento carico di nuovi significati, di nuove e profonde verità, di una tradizione rinnovata verso un orizzonte condiviso.

Celestino ci fa leggere in sovrapposizione la religione cristiana con quell’umanesimo che sa di accoglienza, con quella fede che sa di misericordia.

Celestino ci educa di nuovo alla preghiera, ci esorta a credere senza sovrastrutture mentali, ci mostra la bellezza del perdono, ci insegna che il passato va amato per poter guardare al futuro.

Con il pensiero rivolto a San Pietro Celestino, con il cuore colmo di riconoscenza per la sua generosa protezione, nel rispetto di un dono unico e prezioso come la Bolla del Perdono, nel suo nome e insieme alla comunità dell’Aquila e ai Comuni del cratere:

dichiaro aperta la 726esima edizione

della Perdonanza celestiniana.

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