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Polizia Locale, il sindaco dell'Aquila, Pierluigi Biondi: "Autonomia, professionalità e trasparenza devono guidare le scelte"

comunicato
19/08/2025

“Sorprende che oggi il dibattito sull’emendamento alla legge regionale sulla Polizia Locale si concentri su una presunta criticità del Comune dell’Aquila, mentre situazioni analoghe o ancora più complesse in altri comuni abruzzesi non facciano rilevare, piuttosto, l’incongruenza della norma”, così il sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, commentando le dichiarazioni del presidente del Consiglio regionale abruzzese, Lorenzo Sospiri.

“All’Aquila – ha proseguito Biondi – abbiamo concentrato le risorse sul presidio del territorio, aumentando il numero degli agenti e garantendo al contempo autonomia e specificità alla Polizia Locale, senza accorparla ad altri settori. Altri capoluoghi, come Chieti e Teramo, presentano situazioni analoghe, con un funzionario al vertice, e non un dirigente, che secondo la norma regionale, e l’interpretazione della magistratura amministrativa, di fatto svolgerebbe mansioni superiori, e quindi a rischio di richiesta di risarcimento, come già avvenuto in passato. A Pescara, ancora, il dirigente è a tempo determinato ed è scelto dal sindaco su base fiduciaria, fino a scadenza del suo mandato. Ad Avezzano, invece, il comandante è un dirigente di ruolo a tempo indeterminato, di fatto inamovibile, che ricopre anche altre funzioni, sempre in contrasto con la legge regionale che richiede l’esclusività dell’incarico. Il settore competente della Regione Abruzzo, visto che Sospiri interviene sul tema, ha verificato se altri Comuni sopra i 15mila abitanti - compresi quelli che hanno situazioni complesse di ordine pubblico - hanno a capo dirigenti o funzionari e che i comandanti svolgano solo ed esclusivamente questa funzione? Ha verificato, infine, che i comandanti siano dipendenti di ruolo della Polizia Locale ovvero a tempo indeterminato come recita sempre la norma regionale? Nessuna di queste situazioni giustifica un attacco mirato contro il Comune dell’Aquila, cosa che mi viene da pensare leggendo la nota del presidente”.

Biondi ha poi ricordato le criticità storiche della Legge Regionale 20 novembre 2013, n. 42, che ha generato paradossi nei Comuni abruzzesi:

"La legge, così come interpretata, imponeva al sindaco la nomina del comandante della Polizia Locale senza alcuna possibilità di scelta. Inoltre, non erano (e non sono) previsti titoli specifici di accesso, come la laurea, obbligatoria invece per altre dirigenze, in palese divergenza con la normativa nazionale. Queste distorsioni hanno messo in discussione l’autonomia dei Comuni e contraddetto i principi dell’anticorruzione, che sanciscono la rotazione dei dirigenti e la prevenzione dei fenomeni di concentrazione del potere. Del resto, anche l’Anac è intervenuta sul tema il 16 maggio del 2023 invitando alla rotazione del personale nel ruolo di vertice del corpo".

Il primo cittadino abruzzese ha aggiunto ancora: “Sorprende che a difendere questa impostazione sia intervenuto un esponente di un partito che nacque nel 1994 con le parole d’ordine di mettere fine ai privilegi e di assicurare la meritocrazia come metro di giudizio dei dipendenti pubblici. Nessun dissenso all’emendamento è stato espresso dai sindaci abruzzesi, né in sede ANCI, dove i rappresentanti di Forza Italia non hanno sollevato alcuna obiezione rispetto alla necessità di garantire criteri chiari, trasparenti e condivisi per la gestione della Polizia Locale attraverso una rivisitazione della norma. Peraltro, sin dall’aprile 2025 ANCI ha richiesto un’audizione per discutere della problematica, a conferma della volontà di affrontare la questione in maniera strutturata e condivisa. È evidente – ha concluso Biondi – che la legge regionale doveva essere aggiornata per superare paradossi, chiarire requisiti, criteri e responsabilità, e consentire agli enti locali di organizzare al meglio i propri servizi. La revisione coinvolgerà sindacati e parti interessate, assicurando professionalità, sicurezza e legalità per i cittadini. L’emendamento coì come presentato e approvato mette fine a numerosi fraintendimenti e alla profusione di pareri tra i vari organi di controllo che generano confusione e difficoltà di applicazione. Nessun potere democratico può essere minacciato da privilegi di casta e nessuna legge nazionale può essere superata costituzionalmente da interessi di parte”.

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