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La Perdonanza Celestiniana

Papa Celestino VIl 12 dicembre 2019, a Bogotà, l'Unesco ha riconosciuto la Perdonanza Celestiniana dell'Aquila (The Celestinian Forgiveness) Patrimonio culturale immateriale.

Visitare L'Aquila nei giorni del 28 e 29 agosto dà la possibilità di assistere e partecipare alla "Perdonanza" di Celestino V.
Il nome Perdonanza deriva dalla Bolla del Perdono che Papa Celestino V emanò dall'Aquila alla fine di settembre del 1294.
L'eremita Pietro Angelerio da Morrone era nativo di Isernia (secondo la versione più accreditata dagli storici, anche se altri centri del Molise contendono i natali del Pontefice Santo) e aveva scelto, come luoghi per la predicazione, quelli dell'Abruzzo interno. Tra questi, l'Aquilano e il circondario di Sulmona, la città di Ovidio, in provincia dell'Aquila.
Il 5 luglio 1294, dopo due anni di contrasti (successivi alla morte di papa Niccolò IV), il Conclave, riunito a Perugia, designò il monaco - fondatore di un ordine che per secoli ha avuto, per l'appunto, il nome dei Celestini - come Pontefice.
Un corteo accompagnò il Papa da Sulmona all'Aquila, alla Basilica di Collemaggio, da lui stesso fatta erigere alcuni anni prima, e dove gli furono consegnati le vesti pontificali il 29 agosto 1294, davanti a una folla immensa e, soprattutto, a re Carlo d'Angiò e a Carlo Martello.
Celestino V fu protagonista di un papato brevissimo: si dimise - caso più unico che raro nella storia per un Pontefice - nel dicembre dello stesso anno e morì nell'esilio di Fumone (in provincia di Frosinone) due anni dopo.
Alcuni seguaci del suo ordine trafugarono successivamente le sue spoglie mortali e le portarono nella basilica dell'Aquila di Santa Maria di Collemaggio, dove tuttora riposano.
Fu canonizzato nel 1313 con il nome di San Pietro Confessore.
In quei pochi mesi di pontificato, Papa Celestino lasciò alla città dell'Aquila, ma anche al mondo intero, un'eredità di portata straordinaria. Alla fine di settembre del 1294, infatti, proprio dalla basilica di Collemaggio, emanò una Bolla con la quale concedeva un'indulgenza plenaria e universale a tutta l'umanità, senza distinzioni. Un evento eccezionale, visto che accadeva in un periodo in cui il perdono era spesso legato alla speculazione e al denaro.
La Bolla di San Pietro Celestino, che introduceva i concetti di pace, solidarietà e riconciliazione, poneva solo due condizioni per ottenere il perdono. L'ingresso nella basilica di Collemaggio nell'arco di tempo compreso tra le sere del 28 e del 29 agosto di ogni anno, e l'essere "veramente pentiti e confessati". L'Arcidiocesi dell'Aquila ha definito le modalità per l'acquisto dell'indulgenza, per se stessi o per un defunto, per la quale occorre: 1) Visitare la basilica tra i vespri del 28 e quello del 29 agosto e recitare il Credo, il Padre nostro e la preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice; 2) accostarsi alla Confessione Sacramentale e alla Comunione Eucaristica (entro gli 8 giorni precedenti o seguenti).
Sei anni prima della Bolla di Bonifacio VIII, che istituiva l'Anno Santo ufficiale della Chiesa, all'Aquila era nato il Giubileo. Un Giubileo che, per un giorno, si ripete ogni anno. Gli Aquilani hanno sempre custodito gelosamente la Bolla della Perdonanza, oggi conservata nella cappella blindata della Torre del Palazzo Comunale. Gli antichi statuti civici vollero che, proprio perché erano stati i cittadini a proteggere il prezioso documento, fosse l'autorità civile a indire la Festa del Perdono, rispettando, comunque, il dettato di Papa Celestino. La Bolla viene letta dal Sindaco poco prima dell'apertura della Porta Santa della Basilica di Collemaggio, che viene dischiusa per ordine di un Cardinale designato dalla Santa Sede.
L'apertura della Porta Santa, la sera del 28 agosto, è preceduta da un corteo storico, cui prendono parte le autorità e soprattutto i gruppi storici dell'Aquila e di altre città italiane. Sono presenti anche il rappresentante del Governo ed esponenti di altre amministrazioni. Prima del terremoto, tutto il corteo prendeva il via dal Palazzo del Comune. Nelle edizioni 2009 e 2010 soltanto la parte finale è partita da piazza Palazzo, davanti alla Residenza Municipale (nel 2014 da Piazza Duomo per via della presenza dei cantieri della Ricostruzione in piazza Palazzo, mentre dal 2015 il via viene dato da Palazzo Fibbioni, nei pressi della Basilica di San Bernardino, sede principale del Comune). La destinazione, naturalmente, è rimasta invariata: la Basilica di Santa Maria di Collemaggio, fortemente danneggiata, ma comunque parzialmente utilizzabile. Il  personaggio più importante del corteo è la Dama della Bolla, che porta l'astuccio nel quale fino al 1997 era conservata la Bolla del Perdono. Dopo il suo restauro a cura dell'Istituto Centrale del Libro di Roma, avvenuto proprio in quell'anno, il documento papale è stato condotto separatamente alla basilica di Collemaggio, come da indicazione dei restauratori stessi, fino al 2008. Dal 2009, in seguito al devastante terremoto dell'Aquila, la Bolla viene esposta sul sagrato di Collemaggio. Nel 2017, in seguito a un secondo intervento di recupero curato dall'Istituto Centrale del Libro, è stata esposta per due giorni nel salone della Banca d'Italia. Altro personaggio importante è il Giovin Signore, che porta il ramo d'ulivo con il quale il Cardinale percuote per tre volte la Porta Santa, ordinando, in questo modo, la sua apertura. Anche il ramo, come la Bolla e le chiavi della Porta Santa della basilica di Collemaggio, è detenuto dal Comune e, prima del sisma del 6 aprile 2009, era conservato nel forziere della Torre Civica di Palazzo Margherita.
Per ragioni di sicurezza, legate a una relazione di esperti, la Basilica di Santa Maria di Collemaggio è stata interdetta all'accesso del pubblico con un'ordinanza dalla metà di agosto 2013 e la tradizionale apertura della Porta Santa si svolgerà, pertanto, con un programma modificato. I lavori di restauro dell'intero complesso, finanziati dall'Eni, dovrebbero terminare tra la fine del 2017 e l'inizio del 2018. Fino al 2016 l'accesso alla Basilica per lucrare l'indulgenza era possibile solo per pochi metri, a ridosso della Porta Santa. Nel 2017 è stata invece riaperta la navata centrale.
Per preservare i resti mortali di Papa Celestino, anch'essi rimasti integri nonostante il crollo parziale della Basilica di Collemaggio dopo il terremoto del 6 aprile 2009, gli stessi sono stati trasferiti nella basilica minore di San Giuseppe Artigiano, in via Sassa. L'edificio, che si trova nel cuore dell'Aquila, a due passi dalla centralissima piazza Duomo, è stato uno dei primi ad essere restaurato e riaperto al culto. Come riferito in una nota dell'Arcidiocesi dell'Aquila, Alle ore 11 di martedì 20 agosto 2013 l’Urna è stata prelevata, in forma privata, dalla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, alla presenza del Canonico Nunzio Spinelli, Rettore della Basilica stessa, e del Sacerdote Luigi Maria Epicopo, Rettore della Basilica Minore Romana di San Giuseppe Artigiano. Nella Basilica di San Giuseppe è stata collocata nella cappella laterale, a destra dell’altare maggiore, dove è stata allestita una cancellata per garantirne la sicurezza, come previsto, al termine della recente recognitio delle sacre spoglie di Celestino V.

Rispettando perfettamente il cronoprogramma, la Basilica di Collemaggio è stata riaperta il 20 dicembre 2017 e le spoglie del Papa Santo Celestino V sono tornate nel mausoleo (leggi la notizia e guarda il fotoservizio su Facebook e Twitter)

L'autenticità della Bolla della Perdonanza, la cui commemorazione è accompagnata, da 30 anni, da una settimana di feste, concerti, rassegne, convegni e mostre, è stata confermata dal Vaticano. Nel 1967, infatti, Papa Paolo VI, all'atto della revisione generale di tutte le indulgenze plenarie, ha confermato quella di Celestino V, annoverandola al primo posto dell'elencazione ufficiale.

Per saperne di più, si può consultare il sito della Perdonanza.

Essenziale - data la valenza prioritaria spirituale della Perdonanza - è l'apporto della Chiesa Aquilana. Il sito dell'Arcidiocesi è www.diocesilaquila.it.