Macerie, Moroni: "Associazioni di categoria dalla parte del Comune"
“Apprendo finalmente, con grande soddisfazione, che l’Ance e le associazioni di categoria sposano le proposte formulate dal Comune dell’Aquila riguardo alla necessaria sinergia tra pubblico e privato ai fini di un’azione efficace nella rimozione delle macerie”.
Questo il commento dell’assessore all’Ambiente Alfredo Moroni a seguito delle dichiarazioni di Ance, Confindustria e Cna riportate dalla stampa.
“Come assessorato comunale all’Ambiente - ha ricordato Moroni - avevamo formulato al commissario Chiodi e al Governo quattro proposte per la gestione del problema macerie. In primo luogo avevamo chiesto che venissero restituite ai Comuni le competenze sulle macerie, sottratti loro dall’ordinanza di presidenza del consiglio dei ministri 3923, poi - ha proseguito Moroni - che venissero assegnati agli enti locali i compiti di rimozione e trasporto delle macerie derivanti da crolli e demolizioni effettuate sulla base di ordinanze, lasciando invece alle ditte le attività di movimentazione connesse a ristrutturazioni di edifici privati. Avevamo chiesto inoltre l’adeguamento delle capacità organiche della filiera pubblica, attraverso l’assegnazione di risorse e mezzi ad Asm (Aquilana società multi servizi), Vigili del Fuoco e d Esercito e, infine, la possibilità, per l’Asm, di operare sulla rimozione di macerie anche in altri Comuni, rendicontando a questi ultimi le spese sostenute. Per queste ragioni - ha concluso Moroni - è importante che si siano espresse in tal senso le associazioni di categoria delle imprese, dal momento che è un’ulteriore testimonianza di come la chiarezza normativa, finora mancata, sia per tutti sinonimo di trasparenza e attenzione, anche rispetto a eventuali infiltrazioni malavitose, e rappresenti, al contempo, una certezza ai fini di una ricostruzione rapida e sicura. È chiaro, dunque, che le stesse funzioni previste in capo al soggetto attuatore dall’opcm 3923 vanno riscritte prima che lo stesso prenda effettivamente servizio, e questo attraverso l’emanazione di una nuova ordinanza che superi la provvisorietà delle precedenti e disegni finalmente un quadro di certezze, in cui i Comuni siano i decisori dei destini delle rispettive comunità”.