Ricostruzione, l'assessore Di Stefano: "Difficoltà nel trasferimento dei fondi dall'ex struttura commissariale, le imprese rischiano di dover anticipare i soldi"
La città dell'Aquila rischia di essere ricostruita con i soldi anticipati delle imprese, oramai allo stremo, mentre si aspetta l'avvio di una nuova governance per la ricostruzione che, di fatto, si traduce nella costituzione dei due Uffici Speciali e nel sospirato snellimento delle procedure sin qui attuate. Siamo invischiati in un pericoloso vuoto governativo.
È infatti emerso, durante un incontro convocato dal Capo Dipartimento Diset (Dipartimento per lo Sviluppo Economico e Territoriale) che i Comuni e gli enti attuatori dei progetti (Provveditorato alle Opere Pubbliche, Provincia dell'Aquila, Direzione Regionale Beni ambientali e paesaggistici) sono in enorme difficoltà nell'erogazione delle somme già impegnate per la ricostruzione mentre, si è appreso, il Commissario Chiodi aveva a sua disposizione ancora ingenti risorse da trasferire prima della scadenza del suo mandato.
Nove milioni di euro è la cifra che il solo Comune dell'Aquila deve ancora erogare alle imprese impegnate nel processo di ricostruzione.
È inaccettabile che il Governatore Chiodi tenti pilatescamente di lavarsene le mani dichiarando che le sue risorse sono ferme in attesa del decreto del ministro dell'Economia e delle finanze che trasferirà la contabilità speciale al Comune dell'Aquila. Quelle somme avrebbero potuto essere trasferite per tempo con una semplice programmazione concertata con le amministrazioni locali.
Si rischia di vedere bloccati i cantieri delle nostre case, di guardare inermi il fallimento delle piccole ditte aquilane con gravissime ripercussioni anche sull'occupazione del territorio.
Persino il rifacimento della cinta muraria di Via Tancredi da Pentima, come altri lavori pubblici, rischia l'impasse degli stati di avanzamento.
Le numerose ed allarmate note che il Comune dell'Aquila ha inviato all'allora Commissario perché rimpinguasse il plafond di spesa in esaurimento sono la prova che Chiodi sapeva.
Ancora una volta il Governatore avrebbe fatto bene a meditare invece che nascondersi dietro la disposizione di legge che dal 31 agosto blocca i mandati di pagamento. La fine del suo commissariamento era nota da mesi. Il Governatore ha volutamente strangolato la ricostruzione dell'Aquila o ingenuamente pensato di poter continuare a gestire le risorse della ricostruzione, senza essere delegato dal Governo?
L'Assessore alla Ricostruzione
Pietro Di Stefano