Bruxelles, Biondi: "Finalmente l'Europa riconosce il tema della restanza e delle aree interne come sfida comune"
Bruxelles, 14 ottobre 2025
“Finalmente anche in Europa si comincia a parlare in maniera chiara e autorevole di restanza, di aree interne e del diritto a vivere nei propri territori. Temi che portiamo avanti da anni nei nostri comuni e che, in occasione dell’apertura della Settimana europea delle Regioni e delle Città, sono stati al centro del discorso del presidente del Comitato europeo delle regioni, Kata Tutto, per la presentazione del rapporto annuale sullo ‘Stato delle Regioni e delle Città 2025’”.
Così il sindaco dell’Aquila e presidente di Anci Abruzzo, Pierluigi Biondi, a margine dell’evento di apertura "Costruire il domani, insieme" della Settimana europea della regioni e delle città, a Bruxelles, dove ha tenuto il suo discorso la presidente del Comitato europeo delle regioni.
Il documento mette in evidenza i rischi legati alla proposta della Commissione europea sul prossimo bilancio 2028-2034, che potrebbe indebolire il rapporto diretto tra Unione e territori a favore di una centralizzazione nazionale dei fondi.
Nella capitale belga con il gruppo ECR, il sindaco ha partecipato ieri all’incontro con la delegazione italiana del Comitato europeo delle regioni e il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, Raffaele Fitto. Oggi, invece, è intervenuto alla 168esima sessione plenaria europea sul Multiannual financial framework resolution, il quadro finanziario dell’UE 2021-2027.
“La semplificazione non deve significare centralizzazione – dichiara Biondi riprendendo le parole del presidente Tutto – perché sarebbe un grave errore promuovere soluzioni universali che non tengono conto delle specificità locali. La coesione ha senso solo se tutte le Regioni sono sostenute in modo equilibrato e differenziato, senza penalizzare chi vive in contesti fragili e periferici”.
“Il tema che con i colleghi sindaci affrontiamo più spesso – ha sottolineato ancora Biondi – è quello delle azioni efficaci per contrastare lo spopolamento e l’inverno demografico. Servono strumenti concreti per sostenere chi ha scelto di restare nei piccoli comuni e per incoraggiare nuovi progetti di vita e d’impresa nei nostri paesi di montagna il cui destino è indissolubilmente legato a quello delle città medie. Senza un’azione coordinata e senza rafforzare le loro funzioni come punti di riferimento per le aree interne, non possiamo fermare lo spopolamento e garantire sviluppo”.
“Le città medie devono tornare al centro della politica di coesione, diventando poli attrattivi e solidali, capaci di garantire istruzione, sanità, lavoro, mobilità e connessioni digitali anche per i territori circostanti. È questa la strada da seguire: investire nelle comunità, scegliere le priorità giuste, superare la frammentazione delle politiche e semplificare l’accesso ai fondi europei, che troppo spesso restano imbrigliati nella burocrazia”.
“Rimanere nei propri territori – ha concluso Biondi – deve essere un diritto garantito a tutti, non una scelta. La legge sulla montagna recentemente approvata in Italia è un passo importante, ma serve un impegno comune, anche a livello europeo, per dare nuova vitalità alle aree montane e interne”.