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Messaggio del Sindaco dell'Aquila

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SindacoINTERVENTO DEL SINDACO DELL'AQUILA, MASSIMO CIALENTE PER LA 720ESIMA EDIZIONE DELLA PERDONANZA CELESTINIANA

La Città dell’Aquila si appresta a celebrare la 720esima edizione della Perdonanza Celestiniana.
Un evento atteso e partecipato, caro alla cultura e alla spiritualità degli aquilani, che ogni anno attendono con gioia ed emozione l’avvio delle celebrazioni per l’unico Giubileo che si ripete annualmente. La Municipalità, del resto, fu scelta e insignita dal Santo Papa Celestino V per custodire la Bolla del Perdono, il prezioso documento con il quale l’umile eremita Pietro del Morrone, nel salire al soglio pontificale, aveva voluto donare indulgenza plenaria da tutti i peccati per quanti, “sinceramente pentiti e confessati”, avessero visitato la Basilica di Santa Maria di Collemaggio tra i Vespri del 28 e i Vespri del 29 agosto. Un evento senza precedenti, legato alla figura di un Papa che, primo e per secoli unico nella storia, avrebbe rinunciato di lì quattro mesi alle vesti pontificie, non riconoscendosi nella corruzione dei costumi ecclesiastici, in un periodo di vendita delle indulgenze e di pesanti ingerenze secolari nel ministero di Pietro.
Una figura, quella di Celestino V, a lungo controversa ma sempre amatissima dagli aquilani che, a fronte di una dura lotta, vollero riportare le sue spoglie terrene nella città e nella basilica che vide la sua incoronazione e che, tutt’oggi, le custodisce. Di recente Papa Francesco, nel corso della visita in Molise, ha voluto ricordarlo, accostando il suo esempio e il suo magistero a quelli di Francesco di Assisi e indicando nelle due figure di Santi, fautori della povertà e della spiritualità pura, i modelli ai quali la cristianità deve guardare e ispirarsi.
Un ulteriore motivo di orgoglio e di esaltazione dei valori della Perdonanza, tanto più che il messaggio giunge proprio nell’edizione che precede quella in cui la manifestazione avrà il prestigioso riconoscimento quale Patrimonio immateriale dell’Unesco.
Un riconoscimento che conferirà ulteriore importanza e risonanza a questo evento già di per sé eccezionale e del quale, a partire dal 2007, sono stati valorizzati e riscoperti i valori spirituali e religiosi, legati ad una tradizione plurisecolare, il tutto senza trascurare l’aspetto riguardante la festa collettiva, voluta a sua volta dallo stesso Celestino V, che segnò per secoli la preparazione alle ventiquattrore “sante”.
L’edizione 2014 della Perdonanza Celestiniana, tuttavia, cade anche in un momento particolare nella vita del Comitatus Aquilanus. Sono trascorsi ormai cinque anni da quella fatidica data del 6 aprile 2009 nella quale un sisma devastante ha distrutto la città dell’Aquila, provocando la morte di 309 vittime e danni incalcolabili al suo patrimonio monumentale e al suo tessuto socio economico.
Cinque anni contraddistinti da sofferenze, difficoltà e momenti di solitudine che, a vario titolo e in misura differente, hanno riguardato tutti noi. Cinque anni caratterizzati dalla mancanza di certezze. Mentre scrivo queste righe, infatti, non ne abbiamo ancora riguardo alla ricostruzione.
Ricordo che, nell’edizione del 2008, il tema della manifestazione fu “Giustizia e Perdono”. Valori legati al messaggio di Celestino e al ruolo del capoluogo d’Abruzzo come “Città della Pace”.
La comunità aquilana, dunque, vuole e può perdonare. Perdonare il terremoto. Perdonare chi, all’indomani del sisma, mentre ancora eravamo impegnati a estrarre le vittime dalle macerie, ci accusava di aver costruito le case con la sabbia. Perdonare chi ci ha accusato di essere dei magna magna, dei privilegiati, degli approfittatori. Perdonare chi, per la prima volta nella nostra storia, ha mosso accuse gravissime gettando fango sulla nostra dignità, sulla nostra onestà, sul nostro coraggio e, soprattutto, sulla nostra sofferenza.
Tuttavia, se siamo pronti a perdonare, vogliamo anche giustizia. Giustizia per questa Città abbandonata a se stessa, giustizia su chi ha fatto grandi affari in questa città per poi sparire, giustizia per le migliaia di famiglie che, oggi, sono ridotte alla fame e per la nostra immagine di gente che si è rimboccata le maniche, per quanti stanno lavorando alla ricostruzione con abnegazione e fatica quotidiana, assumendosi enormi responsabilità e supplendo all’ormai conclamata lacunosità delle regole di un distratto sistema Paese, giustizia per le contraddizioni di una burocrazia senza pietà e senza pietas o semplice senso del dovere, giustizia per questa terra. Giustizia e Perdono. Perché, come affermava Giovanni Paolo II, “non c’è pace senza giustizia, non c’è giustizia senza perdono”.

Massimo Cialente

Sindaco dell'Aquila

 

I ringraziamenti del Sindaco al termine della Perdonanza